10 Giugno 1944: il bombardamento di Bellisio Solfare

La chiesa dopo il bombardamento

B 25 MITCHEL

Il bombardamento del 10 Giugno del ‘44 causò 27  vittime.  Furono colpite solo abitazioni civili inclusa la Chiesa e il contiguo asilo. Giampiero Buratti,  tra i primi ad impegnarsi per far emergere la verità storica di questo bombardamento, racconta e contestualizza i crudeli fatti.
“Perirono – scrive Giampiero Buratti – tutti i bambini presenti con le sei suore preposte oltre le ragazzine che frequentavano la scuola di ricamo. Il numero dei caduti è tuttora incerto in quanto i corpi furono straziati e alcune membra talmente frammentate che fu impossibile per molti la ricomposizione e finirono frazionate in bare diverse. Altri, irriconoscibili, furono ritrovati tra le macerie dopo due mesi di calura estiva.
Mosso dalla passione della verità storica e da ragioni personali mi sono prodigato presso l’ambasciata Inglese a Roma e presso gli archivi di guerra americani ed ho rintracciato la cronaca e molti dettagli di quel luttuoso evento.
L’ordine operativo di missione fu fatto dal Quartiere Generale Alleato del 321° Gruppo Bombardieri di stanza in Corsica, con il quale s’impartiva l’ordine di bombardare Sassoferrato e Bellisio Solfare. Il documento cita i due squadroni (448° e 445°) di 9 veicoli ciascuno e il tipo degli aerei ( B25 Mitchel). Per ogni aereo sono menzionati i nomi dei militari che hanno preso parte all’azione. Furono sganciate su Bellisio 51 bombe da 4,5 quintali ciascuna. Si era sempre ritenuto erroneamente che il raid fosse della RAF Inglese che da me interpellata negò decisamente la responsabilità e mi indicò il percorso da seguire presso gli archivi americani. Questo dimostra lo scarso interesse delle istituzioni dell’epoca a fare luce su questo evento.L’obiettivo era quello di distruggere i ponti della ferrovia Fabriano – Urbino e precisamente in località Sassoferrato e Bellisio Solfare.
Tutti i bambini, le suore e le inservienti dell’asilo perirono sotto il bombardamento. Non è pensabile che il vecchio parroco non abbia lasciato tracce di quella tragedia. Nulla è stato conservato perché si voleva dimenticare. Un silenzio inspiegabile che ha cancellato per oltre 40 anni la memoria di questo funesto evento. Bellisio nel dopoguerra si è svuotata; tanti sono emigrati e ciò ha contribuito ad attutire i brutti ricordi.
La RAF negò di aver mai bombardato la nostra area geografica. Sembra che il Quartiere Generale delle Forze Aere Alleate per il Mediterraneo (MATAF) avesse deciso, fin dal Maggio del 43, una serie di attacchi aerei coordinati contro le linee di comunicazione tedesche in Italia. L’Operazione era denominata DIADEM. Gli attacchi furono effettuati dalla aviazione statunitense che operava in Corsica. Nella fattispecie l’incursione su Bellisio Solfare venne effettuata il 10 Giugno 1944 alle ore 11 da 18 bombardieri americani MITCHELL B-25 di cui 9 appartenenti al 321° Gruppo di bombardamento ed altri 9 aerei al 57° Stormo decollati dalla basi aeree della Corsica.  Tuttora permane il mistero di chi abbia potuto segnalare alle Forze Alleate queste località. Indubbiamente dalla stazione ferroviaria di Bellisio partivano giornalmente per Fabriano, con destinazione Germania, due treni carichi di ben 700 tonnellate di zolfo provenienti dalla locale raffineria. E’ probabile che questa notizia sia stata passata agli alleati dai comandi partigiani operanti nella zona di Frontone e/o di Arcevia. Purtroppo non fu valutata l’estrema difficoltà e la pericolosità di bombardare dei siti troppo a ridosso delle montagne e inseriti in un’area densamente abitata.
bombar chiesa 1Infatti, una prima sintetica e scarna relazione delle forze aeree USA sostiene che la missione del 10 Giugno ’44 attaccò il viadotto ferroviario di Sassoferrato e l’obiettivo fu mancato a causa di un errore di navigazione. Il raid continuò verso Bellisio Solfare ed il rapporto segnala che lo schema di bombardamento ebbe una buona copertura dell’obiettivo e fu danneggiato il lato sud di un ponte. Tutti noi sappiamo che quest’ultima affermazione è falsa in quanto i ponti di Bellisio rimasero illesi, ma si può intuire la ragione di quest’affermazione: i comandanti dei due squadroni aerei statunitensi non vollero riconoscere di avere mancato l’obiettivo ed ammettere la loro imperizia.
Il rapporto sostiene inoltre che furono sganciate 51 bombe da 4,5 quintali ciascuna e l’esito poteva sicuramente essere più devastante. Le testimonianze concordano con il rapporto degli alleati, fatta eccezione per l’obiettivo mancato.  Il signor Metello Lattanzi, allora diciottenne, assistette al bombardamento dalle colline prossime a Col Ventoso, un chilometro a nord tra Bellisio e Pergola. Egli ricorda chiaramente di avere visto due stormi aerei, composti di 9 velivoli ciascuno e distanziati di poche centinaia di metri, provenire da monte Romano e sganciare numerose bombe lungo il loro percorso.  Le ultime furono lanciate in aperta campagna lontane dal paese. Tutti i ponti della ferrovia e della strada rimasero illesi, ma tutte le abitazioni prossime agli obiettivi vennero distrutte con le conseguenze che sappiamo.non

Giampiero Buratti