Il tartufo, la “pepite” dell’economia di Acqualagna e non solo

Commercianti di Tartufo durante la Fiera

Acqualagna –Ammonta almeno a 21 milioni, l’economia generata dal distretto “tartufo” di Acqualagna. Una cifra che però non svela del tutto quanto nel paese di Enrico Mattei, il fungo ipogeo sia considerato una vera e propria pepita. Basti dire che sui 4500 che abitano nel paese si stima che siano tra 700 e 800 i cercatori del tubero ed esistono 7 aziende trasformatrici che lo commercializzano in tutto il mondo e fanno del tartufo di Acqualagna un ambasciatore delle Marche nei cinque continenti. Qui è il primo settore occupazionale. A spanne si dice che siano circa 120 famiglie che ne dipendono direttamente. Sull’indiretto difficile quantificare ma il fatto che esista una rete di ben 28 ristoranti che lo cucinano tutto l’anno e si sia creato un tour con visite guidate alle tartufaie con tanto di ricerca completa di vanghino e di cane, indica che il paese è veramente la città leader con una posizione dominante confermata dalla legge del 1985 che parla di Tuber Magnatum Pico ossia di tartufo bianco di Acqualagna.

L’annuncio del Sindaco Pierotti che candida il tartufo nero pregiato di Acqualagna e dell’Appennino Marchigiano alla Dop piace all’economia reale ovvero a chi ci lavora. «Sarebbe un primato in Italia, nessuno lo ha mai chiesto – commenta Marini Azzolini, azienda che si occupa di tartufo dal 35 anni – Il nero pregiato facilita anche la tracciabilità del prodotto e dunque è controllabile. Il che è fondamentale per una denominazione di origine protetta. E’ l’unico tartufo che proviene da coltivazioni ossia da tartufaie artificiali. » Tanto per distinguere i boschi coltivati con piante micorrizate dai boschi “naturali” dove cresce spontaneo il fungo ipogeo.

Tartufo Bianco Acqualagna 437 gr venduto ad un acquirente di New YorkSe si applicasse il “fattore 20” così caro ai piemontesi per cui ogni euro speso in tartufo e consumato sul territorio ne porta altri 20 nell’economia del turismo allora deve essere considerevole l’indetto generato dal comparto tartufo nelle Marche, con il tartufo declinato tutto l’anno e motore di nobile, storiche e rinomate fiere a Acqualagna, Pergola, Sant’Angelo in Vado, Apecchio, e Amandola. Ragione per cui la Regione Marche pensa sempre più ad un “brand tartufo” trasversale all’Appennino Marchigiano.

Inaugurazione Museo del tartufo di Acqualagna (PU) Arch Alessandra Panzini Marchingegno Ancona

« Il tartufo è un straordinario trampolino di lancio per il turismo– commenta Renato Claudio Minardi, vice presidente del Consiglio regionale delle Marche – non siamo i soli a crederci. Anche la promozione turistica indetta dal Ministero delle Politiche agricole e da Enit punta sull’eccellenza dell’enogastronomia del nostro Paese. Se il 2018 è l’Anno del cibo italiano, il tartufo è il grande protagonista capace di conquistare il mondo del turismo gourmet. Una mia idea che l’assessore regionale al turismo Moreno Pieroni ha condiviso e si è tradotto con la promozione di questa risorsa preziosa per tutte le Marche, attraverso tre grandi tours soprattutto in questo autunno caldo di fiere importanti.»

Il risultato: dalla fiera di Rimini dedicata al TTG quaranta professionisti del settore turistico, tra operatori e giornalisti specializzati provenienti dall’Italia e da oltre 25 paesi diversi del mondo, quali Russia, India, Germania (per citarne alcuni) sono arrivati il 12 di ottobre. Per apprezzare i tartufo, il suo territorio, il suo paesaggio e vivere l’arte, la cultura, la grande storia delle Marche.

« Il tartufo è il simbolo di un patrimonio che unisce l’eccellenza del prodotto a un intero territorio, al paesaggio, alla storia, fortemente vissuto dalla comunità – incalza Minardi. Abbiamo tre fiere nazionali e altre minori che, abbinate all’offerta culturale, rappresentano una grande leva per il turismo mondiale. L’Italia è al primo posto nel panorama del turismo enogastronomico. I piatti tipici della nostra tradizione sono i più amati e rispondono a un numero sempre maggiore di turisti che vengono per apprezzarne le bellezze architettoniche e l’unicità di un patrimonio di cui fa parte anche la cucina della tradizione. Le Marche sono una regione di straordinaria bellezza che sa rispondere alle aspettative di ogni viaggiatore: chi è alla ricerca di un’esperienza autentica legata all’arte, alla cultura, all’ambiente, al paesaggio e al cibo. Non un solo turismo ma mille turismi. Inoltre il tartufo garantisce un autunno caldo e aiuta a destagionalizzare poi con “Il Natale che non ti aspetti” che coinvolge 15 comuni il pesarese vivrà un periodo di seconda alta stagione, da qui al 6 di gennaio con “la Befana ad Urbania”.

Véronique Angeletti@civetta.tv

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