Cabernardi: storia di una miniera #4
|Il passaggio alla Trezza Albani-Romagna segna anche lo sviluppo in profondità della miniera: nel 1902 fu prolungato il quarto livello e si iniziò ad esplorare il sesto; successivamente venne prolungato il pozzo di estrazione fino a 340 m e si iniziò a lavorare per esplorare il nono livello.
Nel 1911 venne impiantato anche un macchinario per la produzione di energia elettrica che doveva servire non solo per consentire l’illuminazione ma soprattutto per poter mettere in azione un grande ventilatore che servisse ad arieggiare i sotterranei.
Con l’aumentare del lavoro e quindi del numero degli operai cresce anche la “coscienza operaia”, i lavoratori iniziano cioè a prendere cognizione dei propri diritti e nascono le prime rivendicazioni. In quest’ottica nel 1905 nasce anche la Cassa di Mutuo Soccorso, un ente che aveva lo scopo di distribuire aiuti agli operai ammalati e soprattutto quello di pagare i contributi dei lavoratori alla Cassa Nazionale di Previdenza; inoltre il Mutuo Soccorso si occupava anche della gestione del magazzino dei viveri che venivano distribuiti ai dipendenti della ditta.
L’aumento degli operai coincide anche con l’approfondirsi dei livelli e quindi, purtroppo, anche con l’aumento degli incidenti: a Cabernardi, fino al 1910, si assiste in media ad un grave incidente e ad un infortunio all’anno, e ad un morto ogni cinque anni. Le rivendicazioni, come naturale, si concentrano nel chiedere maggiore sicurezza sul lavoro e, non ottenendo riscontri, nel 1906 si giungerà ad uno sciopero dei minatori di Cabernardi e degli operai che lavorano nella raffineria di Bellisio Solfare; in quell’anno sono impiegati 330 operai e vengono estratte 10.160 tonnellate di zolfo contro le 12.580 dell’anno precedente: un dato in diminuzione probabilmente anche a causa dello sciopero.
Esistono ancora oggi documenti[1] relativi alle rivendicazioni riguardanti lo sciopero del 1906, tra cui un memoriale degli operai in cui questi chiedono la possibilità di lavorare 8 ore e, in base alla categoria di appartenenza, anche un aumento della retribuzione giornaliera: i minatori che percepivano 3,25 lire chiedono che il salario sia portato a 5 lire giornaliere e domandano inoltre l’aumento della provvigione per il cottimo, i caricatori dei forni da 1,90 lire chiedono 3 lire giornaliere.
La Trezza Albani-Romagna non si mostrerà particolarmente accondiscendente nei confronti degli scioperanti.
[1] Archivio Storico Comunale di Pergola, carteggio amministrativo, categoria XI agricoltura, industria e commercio, classe 2, 1906-1910, fascicolo II: “Miniere anno 1906-sciopero”.
Pamela Damiani