Muli, canarini e topolini… i guardiani del grisù

20150624_114929La miniera di zolfo di Cabernardi come tutte le altre miniere utilizzò animali in superficie ma anche nelle gallerie. Negli anni a ridosso della prima guerra mondiale erano 98 tra muli e cavalli, gli animali da tiro di proprietà della Montecatini a servizio della miniera. I muli scendevano tramite la discenderia che collegava ogni livello, ossia l’uscita di sicurezza che si utilizzava nel caso ci fosse un problema con gli ascensori. Una volta scesi,  per i muli la miniera diventava la loro prigione perchè mai più avrebbero rivisto la luce del giorno. Solo quelli che vissero durante il fermo imposto nel periodo della seconda guerra mondiale uscirono all’aria aperta. Furono bendati e la riabilitazione dei loro occhi alla luce fu molto lunga.
Altri animali importanti per i minatori erano i canarini per difendersi dal gas grisou. Se  mostravano segni di soffocamento, era il momento di correre fuori dalla miniera. Alcuni portavano anche topolini.

Véronique Angeletti

Per approfondire…

In Italia, rimane il tragico ricordo delle miniere di Arsia, vicino alle città di Albona e di Arsia (oggi in Croazia) quando alle 4.35 del 28 febbraio 1940 morirono per un grisù 195 persone; il disastro di Morgnano in provincia di Perugia, il 23 marzo 1955 con i suoi 23 morti e quello di Ribolla, nel 1954 con i suoi 43 morti. Poi, il 20 agosto 1957 nella miniera Trabia Tallarita di Sommatino a Caltanissetta morirono 23 zolfatari e molti altri rimasero feriti, paese dove tanti minatori di Cabernardi furono trasferiti con le loro famiglie dove tuttora ancora vivono.

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