55 sindaci bocciano la sanità marchigiana anche quella ideata da Spacca
Urbino – E’ stato messo alle strette dal suo pesarese e dai sindaci del suo stesso partito. Tempi sempre più duri per il presidente Luca Ceriscioli. Bocciato tutta la politica sanitaria. Non solo le modifiche imposte dalla sua Giunta ma anche il piano ideato dalla presidenza di Gian Mario Spacca. Quello che mirava a ridurre la frammentazione ospedaliera e a riconvertire i piccoli ospedali. “E’ un momento storico per il pesarese – afferma il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, nelle sue veste di presidente della Conferenza dei sindaci dell’area vasta1. In tasca ha un documento che porta in calce la firma di 55 sindaci sui 59 comuni che compongono la Provincia Bella. Un documento dove all’unanimità chiedono la revoca degli atti che, dal 2013 ad oggi, disponevano la riduzione di posti letto e di strutture ospedaliere; l’applicazione delle norme sulle aree disagiate e del decreto Balduzzi che misura in minuti la distanza tra il paziente e la postazione del pronto soccorso; e la modifica del Piano sanitario regionale in tutte le sue formulazioni al fine di tutelare tutti i territori.
Insomma azzerano tutto e, questa volta, saranno loro, i sindaci, a rimettere sul tavolo i loro dati. Quelli che vanno oltre le statistiche ed esprimono bisogni, criticità e priorità delle comunità che rappresentano.
“Sono mesi che lavoro su quest’assemblea – spiega Gambini. In tanti non volevano che funzionasse”. Le difficoltà di convocarla ed il fatto stesso che è stato eletto dopo la quarta convocazione illustra bene la problematica. “Mancava ogni volta sindaci del’area Pd” – ricorda. Poi il 16 dicembre la svolta. In 27 bocciano il piano di riordino delle reti cliniche e danno il mandato al presidente di organizzare un confronto con Luca Ceriscioli. “ Ma il governatore – ricorda Gambini – era disponibile solo a fine gennaio e ha preferito parlare con sindaci o gruppi di sindaci in via riservata. Oggi, il risultato”.
Esulta ovviamente l’entroterra soprattutto del Catria Nerone, in subbuglio da settimane per i tagli di servizi agli ospedali di Cagli e Fossombrone. “ L’assemblea – precisa il sindaco di Serra Sant’Abbondio, Ludovico Caverni – è solo consultativa ma impone il buon senso e chiede di mantenere il livello base in tutte le strutture. Non serve i distinguo di carattere propagandistico e di usare la sanità da trampolino per far carriera politica. Pertanto questo voto unanime è un segnale che tutti procediamo in un’unica direzione”. “Nel riprogrammare vogliamo anche capire come sono inquadrati i comuni dell’area interna – incalza il sindaco di Frontone, Francesco Passetti –il ruolo del privato e dell’ospedale Unico”.
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