#AlluvioneSassoferrato Transitano di nuovo pulman e pulmini, 43 sfollati e viabilità provinciale interrotta
|Il ponte pedonale di Santa Maria nel cuore del paese ha fatto da copertina a molti servizi giornalistici. Ma per i sassoferratesi, non è quel ponte, l’emblema della violenza del Sanguerone ma la distruzione del bel quartiere de la Marchigiana in via Cagli, i danni all’area artigianale di Monterosso Stazione, il rischio che corrono frazioni come la Frasca, Case di Venatura con i torrenti che hanno cambiato percorso e trascinato cascate di rocce, le case inagibili e la viabilità di una parte del paese gravemente compromessa.
L’area artigianale di Monterosso Stazione
Bilancio che si teme si aggraverà con i controlli dei vigili del fuoco. Di fatto, una serie di ponti sul Sanguerone tra Piano di Frassineta e Monterosso Stazione sono stati giudicati pericolosi e altre due famiglie che non potevano più raggiungere i loro domicili sono state evacuate.
Per frane, smottamenti, voragini e strade scomparse per colpa di una serie di ponti crollati è stata chiusa la Cabernardi Montelago, la Sp 48, dal km 0 al km7,5 e rimane tuttora chiusa la Sp 16 la Pergola Sassoferrato sia nel tratto di Monterosso Stazione, sia all’altezza della località Morello. Si tratta di una frana molto problematica su cui si stanno focalizzando vari esperti. Coinvolti geologi dell’Università di Firenze tramite la Protezione civile regionale. Pertanto, per raggiungere Pergola è d’obbligo passare da Serra Sant’Abbondio. Mentre per il trasporto scolastico, i pullman sono di nuovo operativi. Questo perché il Comune con i lavori di somma urgenza è subito intervenuto con ditte esterne sulla strada in località Schioppetto e a Camazzocchi che, da strada molto marginale, è diventata fondamentale per collegare i 250 residenti delle frazioni di Cabernardi, Camartoni e Castagna (250 residenti) a Pergola e al capoluogo. Mentre a Monterosso Stazione, il passaggio è autorizzato solo ai pulmini. Infine, va segnalato l’impatto dei torrenti sui paesi alle falde dello Strega e di Monte Rotondo. Sorvegliati speciali le aree intorno a Venatura, alla Sementana e alla Frasca di Rotondo proprio sotto il belvedere del Santuario della Madonna del Cerro. I ruscelli si sono trasformati in violenti torrenti e trascinato a valle tonnellate di rocce e di ghiaia.
Un’alluvione che non ha segnato solo il territorio ma anche lo spirito delle persone. La bomba d’acqua e i torrenti in piena quella notte hanno impedito a tantissimi pendolari di raggiungere le loro residenze. Emblematico il racconto di Paola Mancini. Commercialista lavora a Pergola e vive a Sassoferrato. Alle 18. 30 parte per far ritorno a casa. «Quando mi sono messa in macchina pioveva ma in un modo lievo, poi mano mano viaggiavo, in una manciata di chilometri, è cambiata la situazione. Era già un inferno a Bellisio Solfare poi al Morello non si passava per una frana».
Quella che ha investito una donna, Silvia, salva per la presenza di un gruppo di alberelli che ha impedito alla sua Subaru di cascare nel dirupo profondo una trentina di metri. «Pertanto, ho seguito due macchine che hanno fatto dietrofront e sono passata da Serra Sant’Abbondio. Al Poggetto era un incubo. Un operatore del 115 mi ha consigliato di mettermi al riparo e di non muovermi. Pensavo non uscirne viva allora ho telefonato a mio marito e ho fatto testamento>>. Paola ha passato la notte dai genitori di una collega a Poggetto. Alla mattina, ha scoperto che il ponte del Poggeto, cento metri più avanti, era scomparso. Come Paola, sono una cinquantina i sassoferratesi che hanno passato la notte in macchina o hanno trovato persone disponibili ad ospitare.
Véronique Angeletti