#AlluvioneAziende – Distrutta la cantina Morello Austera, danneggiato il Daino di Frontone, fuga dei camperisti e dei bikers

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La melma l’hanno tolta con il vino di visciola di uno dei silos rimasti in cantina. Con mille litri di quel nettare guastato dal Burano. «Non c’era l’acqua e volevamo iniziare a pulire» sostengono Igor e Ivan Lupatelli, i fratelli dell’Azienda Morello Austera di Cantiano. Finora erano convinti di aver fatto un bell’affare trasferendo la loro cantina a Pontedazzo. Nell’area artigianale, in un capannone grande 150 mq. Per facilitare la logistica, a due passi dalla Contessa, la strada che collega l’Umbria alle Marche e porta da Gubbio a Fano. Per interrompere quel su e giù dei camion dal paese fino ai viscioleti e alla loro bella azienda agricola in alto a San Rocco Meleta. E per ben identificare la loro presenza, hanno dato il patrocinio alla nuova rotatoria installando su un prato verde mela la gigantografia di un vasetto delle loro amarene.

La rotatoria di Cantiano sponsorizzata da Morello Austera

La rotatoria di Cantiano sponsorizzata da Morello Austera

«Due silos di 10 quintali e uno di 50 – raccontano – sono finiti nel fiume e due altri sempre di 10 quintali sono rimasti in cantina. Uno sdraiato e l’altro in piedi ma contaminato». Spiegano che hanno perso il vino di visciola Morello Austera ma anche quello di altri produttori per cui trasformavano il vino rosso in quel meraviglioso vino da dessert diventato uno dei vessilli delle Marche.

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La violenza della calamità che ha martoriato Cantiano si vede già dal piazzale seppellito sotto una valanga di sassi. Un albero gigante blocca una delle porte d’accesso e il fango regna sovrano. «Quando siamo entrati, ci è venuto il mal di cuore.  Abbiamo trovato la pressa trascinata fuori e l’imbottigliatrice, l’incapsulatrice e l’etichettatrice avvolte nella melma. Come le bottiglie nelle gabbie, i cartoni, le etichette. Un metro e venticinque centimetri d’acqua che ha portato via una parte dei nostri sogni».

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Il conteggio dei danni non se la sentono ancora di farlo. Coltivano la speranza che le macchine siano di nuovo funzionanti e che si riesca a mantenere al freddo le ciliegine. Nel disastro, hanno anche perso il negozio in centro dove c’è un vaso antico che ad inizio del secolo scorso portava le visciole di Cantiano in giro per l’Italia.

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Dall’altro lato del massiccio del Catria, a Frontone, ci sono altri problemi. Da un lato inaspettato della montagna è fuoruscita una cascata che ha invaso  nel centro il seminterrato dell’Hotel-Ristorante “Il Daino”. Ventiquattro camere e una ristorazione eccelse ne fanno un punto di riferimento soprattutto adesso che la stagione è quella dei funghi e dei tartufi. L’acqua ha danneggiato tutta l’impiantistica, magazzini e mezzi.

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A cento metri in linea d’aria, c’è il glam-camping “Il Cinisco”. Prende il nome dal torrente che scorre lungo la proprietà. Si tratta di un piccolo resort di lusso dell’outdoor. Pochi anni fa, Savio Tamburini e la moglie Erica Casadei se ne sono innamorati e hanno portato la capacità di accoglienza a 80 camper e una ventina di tende. Il figlio ha fondato un’azienda di nolleggio bici. Sono vivi per miracolo. Dovevano fare un salto in cima all’Acuto al rifugio ma a metà strada hanno cambiato idea. Per fortuna. La strada che porta da Buonconsiglio in cima a Val Piana è oggi il letto del torrente Mandrale.

Il torrente Mandrale ha distrutto la SP16 che porta da Buonconsiglio di Frontone

Il torrente Mandrale ha distrutto la SP16 che porta da Buonconsiglio di Frontone a Val Piana, in cima al Monte Catria 

«I danni materiali non ne abbiamo ma perdiamo la stagione. Non ci sono più strade e i turisti se ne vanno. Ieri sono partiti sette camper e le disdette piovano». Aspettavano team di ciclisti belghi, olandesi e tedeschi attirati dalla Ciclovia delle Alte Marche e dal “brevetto dei Tre Monti” dove il biker sfida le cime del Nerone, del Petrano e del Catria».
Véronique Angeletti

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