Le Acli dell’eugubino-gualdese in lutto per la scomparsa di don Angelo Fanucci
Gubbio – Le Acli del territorio Eugubino-Gualdese, e i circoli della zona partecipano con grande commozione e dolore al lutto per la scomparsa di Don Angelo Fanucci ed esprimono le loro più sentite condoglianze a tutta la chiesa eugubina. La città di Gubbio perde un riferimento, un sacerdote “rivoluzionario” ex insegnante al Liceo Classico G. Mazzatinti ed all’Istituto Magistrale, che ha saputo toccare le coscienze di intere generazioni. Il sindaco eugubino Filippo Mario Stirati nel ricordare l’illustre concittadino ha sottolineato come l’esperienza di San Girolamo guidata da don Angelo, abbia letteralmente “trasformato la città di Gubbio, che negli anni 70 fu un crocevia, un laboratorio di idee e di progetti fondati sull’idea della difesa degli ultimi e degli emarginati”. Don Angelo con il suo impegno ha saputo dare un messaggio cristiano alternativo, dirompente e rivoluzionario che ha consentito, a tutti coloro che lo hanno incontrato, di saper guardare la politica ed il mondo con occhi diversi ed attenti verso gli ultimi della terra. Il sacerdote eugubino era portatore di un messaggio inclusivo che dava straordinario spazio agli ultimi, ai diseredati, ai segregati ed ai diversi. Negli anni ha partecipato a tante iniziative messe in campo dal circolo Acli Ora et Labora e nell’ultimo incontro aveva portato nella nostra sede di Fossato di Vico uno scatolone pieno di copie del suo libro da distribuire agli amici delle Acli “Non per loro, ma con loro, quasi cinquant’anni di condivisione del cesso”. Nell’introduzione del testo c’è una frase che riassume in modo esemplare il suo carattere e la sua missione. “Dedico il racconto ai miei confratelli preti, che come me vogliono bene alla Chiesa e al mondo, ma come me sono del tutto sguarniti di carisma: siamone orgogliosi, perché il carisma non costruisce vita, ma solo episodi. Fratelli miei, rimaniamo fedeli al ministero di sempre, ma se, a volte, ci capita l’opportunità di qualche ragionevole follia, non tiriamoci indietro. Papa Francesco, di ragionevoli follie, ne fa un paio al giorno”.
William Stacchiotti