Slow Food Urbino dice no al biodigestore

image1 (3)L’associazione Slow Food e i suoi militanti, combattono da sempre per bloccare lo sfruttamento e la cementificazione del suolo vergine dovuto da un uso ingiustificato e insensato.

Oggi maggiormente a monte della odierna pandemia, accurato il legame tra cambiamenti climatici, inquinamento, desertificazione e l’amplificazione dell’espansione del Covid-19, è aumenta la necessità di arginare e contrastare con ogni mezzo disponibile questo sbagliato modello di sviluppo.

Oggi preservare e salvaguardare il terreno agricolo deve essere una priorità per la razza umana, se vorrà sopravvivere, in un futuro sempre più offuscato da pestilenze e carestie.

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Per il presidente Giulio Lonzi: <<Stiamo soffocando la Terra con la cementificazione, stiamo perdendo l’humus, indispensabile per l’agricoltura e la fertilità dei suoli. Utilizzando il cemento e scavando fondamenta sempre più profonde, stiamo impermeabilizzando il suolo, deviando sorgenti e corsi d’acqua, facendo aumentare vertiginosamente i rischi idrogeologici per le nostre comunità. Il consumo di suolo in Italia continua a crescere, contrariamente a quanto succede in Europa. Nel periodo compreso tra novembre 2015 e maggio 2016 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 50 chilometri quadrati di territorio, ovvero, in media, poco meno di 30 ettari al giorno. Una velocità di trasformazione pari a 3 metri quadrati di suolo che ogni secondo vengono irrimediabilmente persi.>>

Continua sempre Lonzi: <<Dalle dimensioni dell’impianto si evince che l’azienda gestore sarà incentivata ad importare numerose tonnellate di rifiuti dalle province limitrofe nonché dalle regioni confinanti, per preservare il profitto ed aumentare la resa dell’investimento.

Visto la mancanza di una ferrovia o di altri mezzi di trasporto green, sarà obbligata ad utilizzare un gran numero di camion a gasolio, che appesantirà inesorabilmente il traffico dell’attuale snodo, rendendo l’aria della zona irrespirabile>>.

Visti i motivi elencati, il direttivo di Slow Food Urbino ritiene doveroso alzare l’attenzione e denunciare il tremendo impatto ecologico che comporterà l’edificazione dell’impianto in quella località.

Reputa irresponsabile e dannoso per il nostro territorio e per tutti gli esseri viventi, il consenso che all’unanimità tutti i membri dell’Amministrazione Comunale di Urbino hanno espresso nel corso di questi ultimi anni, favorendo di fatto la realizzazione del digestore anaerobico, che Marche Multiservizi realizzerà nella località di Canavaccio, essendo l’area prescelta a pochi metri dal fiume Metauro, luogo d’interesse storico, culturale e naturalistico di immane importanza.

Comunicato Stampa Slow Food

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