Era Covid-19 ma pensava di essersi avvelenata: il racconto di Raffaella e il grazie a chi lavora al Carlo Urbani

Piero Villanelli GattiSassoferrato – Toccante, commovente la storia di Raffaella Albertini, la dipendente del comune di Sassoferrato che, dopo dodici giorni all’ospedale di Jesi, è ritornata sabato scorso a casa. Ancora oggi risente un enorme stanchezza ma non smette di ringraziare chi gli è stato vicino. Chi l’ha portata al pronto soccorso incurante dei sintomi, i medici, infermieri, operatori sanitari del Carlo Urbani di Jesi che l’hanno curata con professionalità e gentilezza, la protezione civile comunale sentinate che è andata perfino ad Arcevia per prendere le sue medicine, gli amici che gli hanno fatto recapitare del cibo – cruccio di troppi pazienti al nosocomio jesino -, chi ha chiesto notizie, mandato messaggi insomma chi ha pensato e pregato per lei. Raffaella non trova abbastanza parole per manifestare la sua gratitudine e nemmeno per raccontare la malattia.

La svela a lembi. Conta solo chi ha dato sostegno ai suoi figli e dato un supporto morale a volte materiale.Eppure Raffaella, il Coronavirus l’ha vissuto in un modo non marginale. Il Covid-19 l’ha combattuto da sola, a casa, prendendo addirittura giorni di ferie, convinta che il malessere era legato alla stanchezza.

«Quando mi sono sentita male pensavo che, a forza di pulire con l’alcool gli spazi pubblici, mi ero avvelenata» spiega con ingenuità. «Per debellare le malattie ci vogliono pulizie accurate e, quando ho saputo dell’epidemia, mi sono messa al lavoro con ancora più diligenza. Quel disturbo ero convinta che  fosse un mio problema e, per riposarmi, ho preso le ferie. Ma più passavano i giorni più mi sentivo male. Ero così sfinita che non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto».

Al Profili di Fabriano, il 23 marzo, il tampone racconta una tutt’altra storia e Raffaella è trasferita al Carlo Urbani. Ne uscirà sabato 4 aprile. Su come ha contratto la malattia è convinta che l’ha presa a Senigallia. I suoi sintomi: stanchezza, febbre, il gusto alterato e l’assenza di olfatto. Da lunedì 6 aprile, a casa anche Monia Franchini, la terza positiva del sentinate.

In totale, pertanto, il numero complessivo dei positivi a Sassoferrato è di 18, inclusi i tre casi di decesso ed i quattro guariti.
Véronique Angeletti@civetta.tv

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