Denunciato dalla moglie e arrestato all’aeroporto, un sassoferratese che portava regali alla sua bimba

Penelope MarcheOdissea senza fine per il sassoferratese Emilio Vincioni. Sabato, appena sbarcato all’aeroporto di Atene, le valigie colme di regalini per festeggiare sua figlia che oggi 3 febbraio compie 4 anni, è stato prelevato dalla polizia greca ed arrestato. Trasferito in vari posti di polizia durante la notte, solo nella mattinata di domenica ha saputo che deve il suo arresto ad una denuncia della moglie. Lo accusa di versare solo 400 dei 550 euro stabiliti dal giudice greco. È stato liberato ma oggi, lunedì, è in tribunale nella capitale greca per essere processato «senza che né io, né il mio avvocato greco, abbiamo avuto accesso alla denuncia e al dossier». Lancia un appello accorato alle autorità italiane: «sostenetemi nel far rispettare i miei diritti di padre. Fate che l’Italia sia un paese che tutela i minori italiani e non i genitori stranieri».

Una storia come poche altre quella di Emilio, bancario, e di una donna greca, quarantenne, laureata in scienze politiche, incontrata ad un meeting aziendale nel 2012 su un’isola nel Peloponneso. La storia di un colpo di fulmine che si concretizzò in un matrimonio il 1 dicembre 2013 e nella decisione della coppia di vivere a Sassoferrato. Passano quasi due anni e il sogno è coronato dall’arrivo di una bambina. La moglie però vorrebbe condividere il parto con la sua famiglia e vola in Grecia, da dove però non rientreranno più né lei, né la neonata.

«A nulla sono valsi i tentativi bonari del padre di far tornare la madre e la bambina in Italia» spiega l’avvocato Federica Guarrella di Senigallia che rappresenta “Penelope Marche”, l’associazione specializzata nella ricerca delle persone scomparse. Associazione che, da subito, ha dato voce a questo papà spogliato del suo ruolo di padre. «Pertanto ha chiesto il rimpatrio della minore ai sensi della Convenzione dell’Aja del 1980 dinanzi al giudice greco che però, in procinto di accogliere il ricorso, ha sospeso la decisione rimettendosi alla Corte di giustizia Europea per l’interpretazione del concetto di “residenza abituale” del neonato. Un concetto che la Corte ha interpretato affermando che il centro degli interessi della minore, proprio perché nata in Grecia, fosse quel paese, a prescindere dall’intento e dal preciso accordo tra i coniugi di vivere in Italia. Di conseguenza, il tribunale greco ha negato il rimpatrio della bambina e mentre il Tribunale di Ancona si dichiarava competente per la separazione tra i coniugi, ha affermato che, per difetto di giurisdizione, non poteva decidere sull’affidamento e il mantenimento del minore».

La moglie ottiene pertanto dalle autorità giudiziarie greche l’affidamento della figlia e l’obbligo per Emilio del suo mantenimento. «Però nonostante a maggio 2019 sia iniziato un processo penale per sottrazione di minore presso il Tribunale di Ancona  – incalza Emilio – lei circola ovunque, anche in Italia, invece io sono arrestato come se fossi un mafioso anche se verso ogni mese 400 euro dei 550 euro imposti dal giudice che,  a scopo informativo, basterebbe in Grecia per mantenere un’intera famiglia e nonostante avessi dimostrato che non potevo darne più di 300».

Un inferno che Emilio condivide purtroppo con tanti altri genitori: «Sono 454 i bimbi italiani portati all’estero senza il consenso dell’altro parente – ricorda Giorgia Isidori, presidente di Penelope Marche – vittime innocenti della sottrazione internazionale di minori».
Véronique Angeletti@civetta.tv

Categorie correlate: