L’eco del grido del sindaco di Scheggia Pascelupo rimbalza su tutto l’Appennino umbro-marchigiano
Elezioni Umbria – E’ un grido di allarme, una richiesta di aiuto le considerazioni del sindaco di Scheggia e Pascelupo, Fabio Vergari, sugli ultimi cinque anni di amministrazione politica della regione Umbria e trasformazione della prossima tornata elettorale umbra in un banco di prova politico. Sono le riflessioni di un piccolo comune che non vuole scomparire.
<< Siamo vicino alle elezioni regionali del 27 ottobre e ritengo giusto e doveroso condividere con i cittadini umbri e in particolar modo con i cittadini della fascia appenninica alcune considerazioni sviluppatesi in cinque anni passati ad amministrare il Comune di Scheggia e Pascelupo. Inizio col dire che il momento politico e sociale, nel nostro Paese, è teso e confuso e la situazione regionale non si differenzia da quella nazionale ma, anzi, essendo stata trasformata, la prossima tornata elettorale umbra in un banco di prova politico, la situazione è ancor più tesa e non poteva essere diversamente alla luce degli scandali che hanno scosso fortemente le strutture politiche e amministrative.
Vorrei tentare di analizzare, con onestà intellettuale e senza sconti, alcuni punti essenziali rispetto a ciò che si è fatto e a ciò che si sarebbe potuto fare, dal punto di vista di un uomo legato a valori riconducibili alla sinistra e, come tale, è necessario riconoscere che nell’amministrare la nostra Regione Umbria, probabilmente, qualcosa non ha funzionato.
Dobbiamo tutti prenderne atto e ripartire proprio da lì, dagli errori, da quegli errori che hanno allontanato da noi la nostra gente avvicinandola alla politica della propaganda urlata, grossolana, manipolatoria e talvolta becera.
Nel marasma della politica nazionale, screditata da troppi scandali giudiziari, agli occhi della gente, forse l’unica categoria alla quale è rimasta un po’ di credibilità è quella dei Sindaci e degli amministratori locali dei Comuni medio-piccoli, gli unici ancora a contatto diretto con i Cittadini che rappresentano e gli unici reali conoscitori dei loro problemi, delle loro esigenze e soprattutto profondi conoscitori dei territori in cui vivono, perché è di questo che si occupano o meglio, è di questo che ci dobbiamo occupare ogni giorno. Amministratori coscienti del fatto di avere grandi responsabilità da affrontare con scarsissime risorse e mille legacci. Amministratori, talvolta, stanchi di doversi rivolgere a orecchie sorde che non ascoltano e che, al contrario, dovrebbero prestare la massima attenzione e attenta cura alle istanze che arrivano da realtà locali troppo spesso ignorate dai “centri” della politica.
Facciamo un esempio reale e concreto: il Comune di Scheggia e Pascelupo è uno dei comuni che con i loro territori costituiscono il Parco Regionale del Monte Cucco anzi, è quello che ne ha la maggiore superficie. Un Parco che alla sua costituzione sembrò uno strumento valorizzatore del territorio, un potenziale volano per sviluppi turistici, il motore per nuove attività produttive e ricettive ma che al contrario è stato niente di tutto questo in virtù di regolamenti restrittivi, limitazioni astruse, incomprensibili e spesso opprimenti, con la sensazione di voler ignorare ogni proposta avanzata dai territori, nel tentativo di migliorare quei regolamenti per renderli più aderenti alle esigenze del vivere quotidiano delle persone e delle aziende.
In quest’ottica specifica i Comuni del Parco hanno portato avanti, condiviso e presentato alla regione Umbria, la richiesta di una nuova, diversa e più realistica perimetrazione del Parco stesso, con l’annullamento dell’area contigua e l’arretramento dei confini alla linea pedemontana, ovvero fuori dalle zone artigianali, industriali e dei centri abitati dei capoluoghi dei quattro Comuni. Un intervento fondamentale che avrebbe permesso di dare dinamicità e sviluppo alle diverse imprese presenti sul territorio, incoraggiare nuove imprenditorialità e che certamente avrebbe reso la vita, di chi nel Parco ci vive, più facile. Questo, in cinque anni, nonostante fosse stato condiviso dai Sindaci con i vertici regionali e con l’Ufficio Parchi non si è riusciti a realizzarlo o chissà, non si è voluto realizzare. La Gente non vive solo di panorami protetti fanaticamente senza logiche di sviluppo. La Gente vive di lavoro; la Gente se lo inventa il lavoro, perché il Lavoro da noi ce n’è poco o per niente e il Lavoro significa Dignità mentre questa politica distratta dai mille personalismi se ne è dimenticata o colpevolmente l’ha ignorato.
Non si è saputo trovare la giusta ricetta, nonostante alcuni tentativi, alla crisi della Merloni che ha travolto, oltre a quell’importante realtà industriale, l’indotto che a essa era collegato, sotterrando così l’occupazione nei nostri territori. Ci si è nascosti dietro il paravento delle “crisi internazionali” e, localmente, trincerati dietro l’idea bucolica di un Parco che chissà in quale modo avrebbe dovuto portare sviluppo e occupazione. Quella stessa politica che ha ignorato o fatto abortire sul nascere le richieste specifiche avanzate dalle Amministrazioni locali, per esempio quelle riguardanti impianti di energie alternative, quella eolica in primis, condannando così tutta l’area a un’onerosa e arretrata dipendenza energetica e alla perdita di possibili rivenienze economiche, infrastrutturali e occupazionali.
Ecco, da Sindaco di un piccolo Comune montano come è Scheggia e Pascelupo, voglio dire a coloro i quali si candidano ad amministrare la nostra Regione, e in modo particolare a coloro che si rifanno alla mia stessa idea politica, che da qui bisogna ricominciare, dal lavoro e dallo sviluppo territoriale, prendendo impegni seri e operando scelte indirizzate da chi conosce e non da chi dice di conoscere e, una volta tanto, venendo fisicamente in questi territori e non limitando la campagna elettorale a quattro slogan populisti e dieci manifesti scoloriti.
L’imminente tornata elettorale è un occasione per cambiare la tendenza e dare segnali nuovi. E’ l’occasione per tornare tra la Gente e saldare quella frattura che ha generato malcontento, disamore, rabbia e un decadimento dai mille volti sul quale la propaganda ha trovato terreno fertile, spalancando le porte a una Destra populista e pericolosa che si nutre, si alimenta e s’ingrassa di uno scontento diffuso e strumentale che essa stessa alimenta.
E’ l’occasione per far si che la “politica” torni a essere una Politica attenta alle necessità della Gente, coinvolgendo realmente chi nel territorio opera e del quale conosce ogni problematicità. Un coinvolgimento diretto e costante per costruire insieme una Politica del proporre, progettare, realizzare, gestire e attuare. Questo mi sento di chiedere a chi si candida a gestire la mia regione e sta preparando i programmi elettorali: i Sindaci ci sono ed è ora di coinvolgerli!
Chi si trova ad amministrare realtà Comunali apparentemente semplici, ma complicate nella loro quasi insignificanza demografica e nelle numerose problematicità, non ha tempo di ragionare di strategie e schieramenti né di spendersi in promesse “acchiappa-tonti”.
Non ha tempo da perdere in convegni e seminari né per costruire castelli in aria perché tutti i giorni, in Municipio e fuori, deve ascoltare quello che la Gente gli dice, gli suggerisce e gli chiede tentando di realizzare e portare a buon fine ogni istanza; perché deve risolvere il problema di cittadini indigenti e di altri bisognosi di assistenza; perché deve far chiudere buche e aprire le scuole; perché deve garantire il decoro necessario per il convivere civile e deve pensare al trasporto degli studenti e alle mense degli scolari. Perché deve provvedere, nella bella stagione, a mantenere le aree verdi e d’inverno a che gli spazzaneve siano funzionanti, disponibili e pronti all’uso anche a notte fonda.
Insomma, non è più sopportabile l’essere ignorati come è accaduto da troppo e per troppo tempo. Non è più sopportabile, da parte di chi amministrando le proprie realtà comunali, si ritrova a dover sottostare senza nessun coinvolgimento a una politica che non ascolta.
E’ arrivato il momento di destarsi con orgoglio, è arrivato l’ultimo appello: è ora di tornare seri o altrimenti rischiamo di scomparire.
E noi non vogliamo scomparire.
Fabio Vergari
Sindaco di Scheggia e Pascelupo