Busilacchi: Incentivare il paziente ad andare dal privato sta penalizzando tutto il sistema sanitario regionale

Gianluca Busilacchi_4Ancona – «Alle Marche sono stati tagliati 5 milioni di euro dal Fondo sanitario. Non sono contrario alla mobilità attiva verso i privati, ma se incentivarla significa penalizzare i cittadini, allora serve un cambio di rotta».

Così il consigliere regionale Gianluca Busilacchi (Art.1) ha replicato alla risposta del presidente Ceriscioli alla sua interrogazione sulla mobilità attiva verso le strutture private.

Il dato centrale del quesito, discusso oggi in Aula, sono i 5 milioni tolti alle Marche nel riparto del Fondo Sanitario 2019, a causa dell’eccessivo aumento di ricoveri in case di cura private di pazienti da fuori regione.

«Ogni anno – spiega Busilacchi – nella ripartizione del Fondo sanitario tra le regioni si tiene conto di una serie di dati e di indici, tra questi c’è anche il saldo tra la mobilità attiva e quella passiva. Da molti anni ormai le Marche hanno un saldo negativo, questo vuol dire che il numero di pazienti che vanno a curarsi fuori regione, per noi un costo, è più alto del numero di pazienti che arrivano da fuori regione, per noi un ricavo».

Nel calcolo si utilizzano i numeri della mobilità di due anni prima e per il 2019 il riferimento è il 2017, anno in cui il saldo negativo di mobilità per le Marche è stato di 47,12 milioni di euro. «Oltre a questi 47 milioni – evidenzia Busilacchi – non ci sono stati riconosciuti 5 milioni di euro di mobilità attiva verso le case di cura private».

La riduzione di fondi sanitari in presenza di un’eccessiva mobilità attiva privata è un meccanismo, il cosiddetto abbattimento della produzione, deciso dalla Conferenza Stato-Regioni nel settembre del 2016 per scoraggiare i ricoveri in cliniche private da parte dei non residenti. Alla luce di questa penalizzazione, come ha spiegato il presidente Ceriscioli, il budget per sostenere la mobilità attiva delle case di cura multispecialistiche è stato riconvertito in favore della riduzione dei tempi di attesa per la gestione delle Liste di Garanzia.

 «Perché tutto questo è avvenuto? Perché non si è tenuto conto delle indicazioni della Conferenza Stato-Regioni? – ha chiesto Busilacchi – Se l’accordo con i privati è successivo, vuol dire che abbiamo fatto un errore ad incentivare le case di cura, stanziando risorse che avremmo potuto destinare agli ospedali di comunità».

Il consigliere ricorda la delibera di Giunta dello scorso 18 giugno, nella quale «è vero che si corre ai ripari, riconvertendo il budget, ma si calmierano solo le case di cura multispecialistiche». «Diamo mandato in bianco all’Asur di stilare apposite convenzioni – conclude –, mentre sarebbe stato opportuno farlo con un atto di programmazione discusso in Commissione sanità e in Consiglio regionale».

Ufficio Stampa del consigliere Busilacchi