Il Premio Gentile da Fabriano 2018 sul tema: “Il valore del team”

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FABRIANO. Sabato 27 ottobre 2018, condotta da Barbara Capponi, giornalista del TG1, con inizio alle ore 10, nella splendida cornice dell’Oratorio della Carità, si terrà la cerimonia conclusiva, con la consegna dei Premi, della XXII edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano. Il tema generale di questa edizione è: “IL VALORE DEL TEAM”. E i sei premiati (Frecce Tricolori, squadra di piloti acrobatici, Ottavio Alfieri, cardiochirurgo, Alberto Bucci, allenatore di pallacanestro, Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, Berhnard Scholz, manager di imprese e presidente della Compagnia delle opere, Faber Ginnastica Fabriano, squadra di ginnastica ritmica) rappresentano, ad alto livello, la centralità del lavoro di squadra che ha sostenuto l’affermazione dei talenti individuali.

Il Premio si avvale del patrocinio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Marche, Unione Montana dell’Esino Frasassi, Comune di Fabriano. La Giuria è presieduta da Vilberto Stocchi, Magnifico Rettore dell’Università di Urbino “Carlo Bo” e ne fanno parte, in qualità di Membri, autorevoli figure della cultura, della società e delle professioni. Direttore del Premio, fondato nel 1997 dal Sen. Carlo Bo, uno degli intellettuali europei più autorevoli della seconda metà del ‘900, è il prof. Galliano Crinella.

Gli enti che sostengono il Premio: Fondazione Carifac, Faber S.p.A., Fabriano S.p.A., Regione Marche, Ueber s.r.l., Diatech pharmacogenetics. L’evento collaterale al Premio Gentile 2018 è la Mostra di disegni, dipinti, fotografie e abiti in carta  del designer creativo cinese Ruoqi Tang. La Mostra, al Museo della Carta e della filigrana, è stata inaugurata il 12 Ottobre e resterà aperta fino all’11 Novembre.

Il Premio intende fornire, annualmente, un panorama aggiornato delle intelligenze e delle esperienze che contribuiscono a fare delle Marche e dell’Italia un cantiere di grandi risorse e professionalità di cui andare orgogliosi. Si ricorda che nel corso degli anni, il Premio è stato conferito, tra gli altri, a:  Ennio Morricone, Pupi Avati, Dante Ferretti, Nicola Piovani, Enzo Biagi, Vittorio Merloni, Chiara Daraio, Carlo Urbani (alla memoria), Tullio Pericoli, Ferruccio De Bortoli, Sergi Zavoli, Silvia Ballestra, Luigi Luca Cavalli Sforza, Antonio Ricci, Remo Bodei, Milena Gabanelli, Gianfranco Ravasi, Tina Anselmi, Iginio Straffi, Arrigo Sacchi, Gian Antonio Stella, Francesco Caio, Medici Senza Frontiere, Antonio Paolucci, Elena Cattaneo, Barbara Stefanelli, Alberto Rizzoli, Michele Scarponi (alla memoria), Giacomo Rizzolatti.

Forniamo, di seguito, parti delle motivazioni con cui viene assegnato il premio.

Beatrice Venezi, 28 anni, lucchese come Puccini, la più giovane direttrice di orchestra in Italia, è stata inserita da “Forbes” tra i 100 leader del futuro. Ha cominciato con il diploma in pianoforte, incuriosita da un compagno di classe che prendeva lezioni. Dopo gli studi alla Chigiana di Siena, si è diplomata, in Direzione a Milano, con 110 e lode.

E’ passata dai “Pomeriggi Musicali” di Milano alla “Nuova Scarlatti” di Napoli. Per stare su quel podio non ha potuto dare nulla per scontato. Ma gli sguardi dubbiosi nei suoi confronti sono durati poco, assicura: “Quando si dirige conta solo se lo si fa bene o male. Non se si è maschio o femmina. La leadership è essere se stessi”. Nei concerti rivendica il diritto di vestire con abiti femminili, convinta che l’omologazione non porti a nulla di positivo. Con i suoi abiti sensuali, preferibilmente rossi, e la gestualità impetuosa porta dal podio la musica italiana nel mondo. E’ stata la prima donna a dirigere un’orchestra in Armenia, Georgia e a Sofia.

Nel 2017 il Maestro Beatrice Venezi viene eletta dal Lions Club Milano alla Scala vincitrice dello storico premio “Scala d’Oro” per le sue grandi capacità artistiche e l’impegno per la diffusione della cultura musicale nelle giovani generazioni.
Sempre nel 2017 il Maestro riceve il prestigioso premio Targa d’argento Luciana Pardini dal Circolo Catalani di Lucca, premio riservato alle giovani talenti della musica classica.

Ottavio Alfieri è stato il primo chirurgo a realizzare un impianto della valvola aortica senza suture, definito ‘auto ancorante’. Ha inventato una tecnica utilizzata negli interventi per insufficienza mitralica che porta il suo nome, ‘Alfieri Stitch’. Ha lavorato nei migliori centri di Cardiochirurgia del mondo ed ha sempre creduto in un approccio multidisciplinare per garantire un vero progresso ed una altissima qualità. I Reparti ospedialieri diretti da Ottavio Alfieri sono stati un vero punto di riferimento nazionale, e anche internazionale, per la chirurgia coronarica a cuore battente, la chirurgia riparativa della valvola mitrale, la chirurgia della fibrillazione atriale e dello scompenso cardiaco. Il successo ottenuto è stato la conseguenza di una grande professionalità, ma anche della continua disponibilità e della profonda umanità di Alfieri e di tutta la sua scuola. Il suo è uno straordinario esempio di medico chirurgo, che ha saputo coniugare un’attività clinica eccellente con una ricerca scientifica originale e fruttuosa, nell’ambito di un gruppo di lavoro dedicato e appassionato.

Bernhard Scholz, 51 anni, è nato a Müllheim in Germania. Dopo la maturità classica presso il liceo umanistico di Einsiedeln (Svizzera) studia Scienze Politiche e Storia Moderna presso le Università di Münster e Freiburg in Br. Ha poi lavorato come giornalista professionista e ha curato l’ufficio stampa dell’arcidiocesi di Freiburg. Al contempo ha approfondito temi legati alle pubbliche relazioni, alla comunicazione interna e alla cultura organizzativa. Alla fine degli anni Novanta si dedica specificatamente alla consulenza e alla formazione manageriale e ha cominciato poi a lavorare con una società di consulenza con sede a Milano per imprese multinazionali e piccole-medie imprese in Italia e all’estero. Dal 2006 coordina tutte le attività di formazione e di alta formazione della Fondazione per la Sussidiarietà. Dal 2008 è Presidente di Compagnia delle Opere, ruolo che tuttora ricopre.

Premio speciale della Giuria: FRECCE TRICOLORI

Comandante della Pattuglia Acrobatica Nazionale è attualmente il Ten. Col. Mirco Caffelli, dieci i piloti, uno solista e nove in formazione, ai comandi degli Aermacchi MB339: Gaetano Farina, Franco Paolo Marocco, Emanuele Savani, Massimiliano Salvatore, Giulio Zanlungo, Mattia Bortoluzzi, Pierluigi Raspa, Stefano Vit, Alfio Mazzoccoli, Filippo Barbero, quest’ultimo solista. Pierangelo Semproniel e Luca Galli nella veste si supervisori dell’addestramento acrobatico. Le loro esibizioni sono rese possibili da un eccellente connubio di tenacia, sacrificio, coraggio e passione: un insieme di grandi qualità e risorse che rispecchia magistralmente l’identità di un complesso, difficile impegno individuale e collettivo. La lunga scia del tricolore, che le “Frecce Tricolori” disegnano nei cieli del mondo e che hanno rappresentato in ben 47 paesi, costituisce un veicolo straordinario dell’immagine dell’Italia, ne rappresenta le migliori tradizioni, propone un messaggio di pace e di solidarietà e mette in risalto l’amore per la patria, per il quale tanti aviatori hanno donato la vita. Un grande gruppo, costruito sulle professionalità di ogni singolo pilota e simbolo di caratteri virtuosi e forti: umiltà, rispetto, tradizione, memoria. Memoria di un cammino percorso per far conoscere e trasmettere alle nuove generazioni la tradizione, tutta italiana, di acrobazia aerea che rimanda ai primi pionieri degli anni venti, quasi un secolo fa. Passione e fiducia sono gli altri valori, indispensabili per creare forte coesione e impeccabile sinergia. La passione come motore per svolgere i propri compiti in maniera ottimale. E poi l’estrema fiducia nella professionalità e nelle capacità degli altri componenti la squadra.

Sezione “Vite di italiani”: ALBERTO BUCCI

Nella sua straordinaria carriera di coach della pallacanestro,  Alberto Bucci ha restituito la Virtus Bologna ai vertici assoluti del basket italiano, dopo quattro anni di “digiuno di titoli”; ha scritto una pagina memorabile, guidando la Libertas Livorno ad un’epica finale contro Milano, e la storia dirà che lo scudetto era stato prima vinto e poi revocato per un centesimo di secondo; ha consolidato un programma di assoluta eccellenza a Verona che, per la prima volta, raggiungeva grazie a lui i vertici del basket italiano. La grandezza dei suoi successi si estende tuttavia ben al di là del suo palmares e del libro dei record. La figura dell’allenatore, che emerge da un’autorevolissima carriera, si estende alla ‘personalità’ che tutte le sue squadre hanno mostrato nel tempo, la fiducia con cui ogni giocatore ha creduto nei propri compagni e nel sistema di gioco.  Ha saputo infondere la forza di credere negli obiettivi, senza timori reverenziali verso nessuno, un’indomita capacità di rialzarsi e rimettersi in corsa dopo ogni sconfitta, senza mai arrendersi. Ha sempre saputo  guardare ‘dentro agli uomini’ che ha guidato, mettendosi spesso davanti a loro per dare l’esempio, a volte a fianco quando doveva guidare i grandi campioni, sapendo toccare le corde giuste per motivare, correggere, ispirare, attingendo spesso alla forza dei valori più che alla tecnica, agli schemi e alle strategie.

 

Sezione “Officina marchigiana”: FABER GINASTICA FABRIANO. Cinque le atlete: Milena Baldassarri, Talisa Torretti, Sofia Raffaeli, Serena Ottaviani, Alice Aiello, guidate da uno staff tecnico di altissimo livello, Kristina Ghiurova e Julieta Cantaluppi, allenatrici e già affermatissime atlete, e Byliana Diakova, coreografa, hanno conseguito risultati eccezionali in Italia e nelle competizioni internazionali, Olimpiadi comprese. Con eleganza e femminilità, hanno saputo fondere insieme visualizzazione e consapevolezza nell’esecuzione dei gesti tecnici, applicando forza e leggerezza insieme, eleganza del portamento e coordinazione del corpo nello spazio, con un’attenzione altissima e ad un tempo rilassata, con una concentrazione lucida senza tensioni, andando al di là dei propri limiti personali in un’espansione della coscienza di squadra, capace di partecipazione totale allo stesso movimento e nel medesimo istante: ’hic et nunc’. Le loro prestazioni trascendono, dunque, il risultato prettamente agonistico, già di per se’ notevolissimo, e si pongono come un’esemplare lezione del quotidiano,  ovvero adolescenti che realizzano in libertà i propri, altissimi obbiettivi, percependo la propria forza e il proprio compito. Un grande patrimonio sportivo per la città di Fabriano, di cui andare orgogliosi.

Ufficio Stampa “Premio Gentile da Fabriano”

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