La mostra di ceramiche di Viviani dall’8 settembre alla Rocca Flea
Gualdo Tadino – Circa 90 sculture, allestite nelle suggestive sale del Museo Civico Rocca Flea di Gualdo Tadino, ripercorrono la personale “fiaba delle arti del fuoco” di Andrea Viviani, tra i più interessanti artisti contemporanei che hanno scelto, come medium privilegiato, quello della ceramica.
Quante volte da bambini abbiamo sognato di incontrare un coniglio bianco correre in panciotto con in mano un orologio da taschino? Ognuno avrebbe voluto, almeno una volta, essere protagonista della straordinaria avventura che Alice continua a vivere attraverso le pagine di Lewis Carrol. Andrea Viviani, in questa sua mostra, propone il suo personalissimo mondo fantastico “Lost in ceramics”, una sorta di “Alice nel Paese delle Meraviglie” al contrario. Perché l’artista conduce direttamente “nella pancia” di un luogo reale, il Museo Civico Rocca Flea, tra sale imponenti quanto austere, dove all’improvviso ecco che ha fatto apparire un lunghissimo letto in ferro battuto, popolato da indecifrabili ceramiche policrome tra smalti in riduzione e al selenio; così come sospese nell’aria di un’altra stanza ha evocato le sue Meteore in fiore; oppure sull’ampio tappeto erboso di Dream garden ha fatto germinare dei fiori dalle forme insolite. Un mondo surreale questo presentato dall’artista al pubblico, che non vuole separarsi mai completamente dalla realtà, ma che rifiuta l’eccessiva razionalità della società contemporanea, senza però totalmente separarsi dalla ragione.
C’è un profondo legame tra Andrea Viviani e il materiale che utilizza per scolpire, la ceramica, connesso alla dimensione alchemica e misteriosa incombente nel suo lavoro e, nel contempo, visceralmente legato alla natura che l’artista ri-crea ogni giorno in studio, dalla serie dei Ring (disteso, verticale) a quella delle Nebulose (rossa, orizzontale, pastello), fino ai Paesaggi (fluviale, vulcanico), attraverso un caratteristico biomorfismo. Per questi lavori sembra che trovi l’ispirazione da insoliti fenomeni naturali, come quelli geologici quali i mushrooms stones o i Dirt Cones o gli Hoodoos, rielaborati per trasformarli in qualcosa di altrettanto arcano e misterioso. Questa sua naturale inclinazione, tuttavia, non scevra da inquietudini anche ecologiste, è stemperata dal piacere della fantasia, del gioco, come ben sa chi è stato bambino in un tempo non troppo lontano, che si nutriva del puro desiderio di assemblare, di inventare ciò cui cose, magari anche “povere”, profondamente diverse, l’una sull’altra innestate in maniera persino strampalata, possono dare vita. Soltanto in apparenza, pertanto, siamo di fronte soltanto a visioni ludiche, spensierate, divertenti. In realtà Andrea Viviani intende scuotere il nostro immaginario con verità più profonde, avendo disseminato le sue opere di ironici enigmi e misteri sul senso della vita, per evidenziare la follia dei tempi moderni. Come in uno specchio deformante. Ma, forse inconsciamente, si spinge oltre. E ci fa intravedere, tra un Giardino ovale e un Dream garden, un mondo possibile, ma poco probabile, dominato dall’immaginazione, nel quale la vita assume le sembianze del gioco, del fare, immersa armoniosamente nella natura.
L’Artista
Andrea Viviani è nato a Tione di Trento nel 1970, si laurea in Economia Politica all’Università degli Studi di Trento. Frequenta, durante gli anni dell’università, l’artista e designer Riccardo Schwaizer che lo indirizzerà negli anni seguenti a Vallauris presso l’artista Roger Capron, da cui apprenderà alcune tecniche ceramiche che, poi, svilupperà presso il suo laboratorio a Madonna di Campiglio, dove attualmente vive e lavora. Opere di Viviani sono presenti presso il Museo dell’Accademia delle Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia; nel Museo delle ceramiche di Carouge, Ginevra; nel Keramic Museum Westerwaldmuseum of Hohr-Grenzhausen; e presso il Museo delle ceramiche Cielle di Castellamonte (TO).