L’american dream è marchigiano, anzi “pesarese”
31 maggio 2018 | Artigianato, City, Cultura, Economia, Educazione, Giardini e dintorni, News, Pergola, Shopping | Nessun commento
| Pergola – L’american dream è marchigiano. Le piccole aziende del pesarese sotto la lente d’ingrandimento di una delegazione di studenti d’economia e gestione aziendale della California State University di Monterrey Bay. Il progetto è alla sua seconda edizione, fa parte di un accordo di alta formazione organizzato dall’Università di Urbino nel quadro dell’internazionalizzazione della didattica e della ricerca sotto la direzione della prof. Antonella Negri e nel 2019 avrà una cadenza semestrale.
«L’iniziativa è partita da un professore di studi aziendali americano, Dante Di Gregorio – spiega il docente canadese Pete Cullen, responsabile dei rapporti nordamericani per Urbino. Nel soggiorno lungo 10 giorni, l’obiettivo è far emergere le differenze culturali nell’economia e nel tessuto aziendale dei due paesi, concentrandosi sul pesarese e i valori su cui si fondano le pmi marchigiane rispetto alle corporation.»
Lo stage prevede seminari sull’economia italiana, sull’italianità nel marketing all’estero, sui modelli interculturali e gli stereotipi legati all’Italia ma quello che rende diverso questo scambio didattico sono le visite nelle aziende.
«Mostriamo che qui il reddito non è un’ossessione – prosegue Cullen. È la passione per quello che si produce che muove l’azienda e diventa patrimonio di famiglia. Mentre il modello americano non mira al prodotto ma a far crescere le transazioni poiché in prospettiva l’ambizione è essere acquistati da un gruppo.»
Interessante, il paniere delle aziende che il gruppo tutto al femminile – 10 ragazze su 11 – sta visitando. L’azienda agricola Guerrieri di Piagge, famiglia che si dedica ad un’agricoltura agli antipodi del food a stelle e strisce; il Caffé Pascucci che dimostra come motore di un’azienda possa essere la passione per un prodotto non coltivato in Italia e concentra la sua strategia di crescita nel declinare il prodotto; la Valmex di Calcinelli e la passione per le pompe di calore. Infine studiano la gestione tutta al femminile della pergolese Rossofuoco, azienda produttrice di forni a legna e barbecue, oggi tra i primi quattro produttori in questo settore di nicchia con una gamma completa ed innovativa.
«Rossofuoco era un marchio conosciuto ma in difficoltà – spiega Giuliana Santarelli. Con mio marito Auro Borri, proprietario con la sua famiglia di un’azienda di carpenteria a Bellisio Solfare – abbiamo rilevato la sfida nel 2011 e la sua azienda è diventata il mio fornitore. Abbiamo una distribuzione capillare in tutt’Italia, importatori in Europa e anche in Canada.» Anche nel suo messaggi agli studenti americani, Giuliana marca la differenza: «ricordarsi che se il fatturato è vanità, l’utile lordo è verità e che la realtà sta sempre nella cassa.»
Gli studenti hanno anche visitato sempre a Pergola, l’azienda di carpenteria Borri a Bellisio Solfare, fornitrice di Rossofuoco.
Véronique Angeletti@riproduzione riservata