Carcasse di caprioli nei giardini: lupi sul Santa Croce nel borgo della Marena
|Sassoferrato – Carcasse di caprioli alla Marena, quartiere residenziale sentinate alle falde del Monte Santa Croce. Voci di avvistamenti di lupi vicino al campo sportivo poco più lontano. Fotografie raccapricciante di bestie divorate di cui rimangono solo zampe e testa abbandonate negli orti e nei giardini. Da diverse settimane, tra paura, rassegnazione ed ambientalisti felici per questo fondamentale segnale di biodiversità, Sassoferrato deve fare i conti con i lupi. Animali presenti da decenni nel Comune in particolare in cima sul Monte Strega salvo che questa volta sono stati avvistati a due passi dal centro abitato e dal borgo.
<<Da alcuni anni – racconta una cittadina – alla Marena conviviamo con i caprioli. Siamo perfino riusciti a contare che nel branco vivevano 27 animali. Siamo talmente abituati che i nostri cani non ci fanno più caso. Si muovono seguendo una specie di corridoio che si è creato tra il quartiere e la recinzione di un’azienda faunistica-venatoria proprietaria di una gran parte del Santa Croce e che ha chiuso la sua proprietà a meta costa. >> Un corridoio dove obbligatoriamente devono transitare i caprioli, caccia facile per i lupi. <<Qualche notte fa – spiega la proprietaria di una casa e di un boschetto al confine del quartiere – è stato un vero e proprio inferno. Di fatto, l’indomani abbiamo trovato, di nuovo, in giardino delle carcasse divorate.>>
Che sono danni provocati da lupi adulti e non da grossi cani randagi lo confermano le telecamere private di sorveglianza. Le bestie inquadrate hanno il corpo massiccio, la tipica mascherina facciale bianco-crema estesa dalle labbra a sottogola e petto, bande scure sugli arti anteriori, orecchie ad apice arrotondate e base larga, tenute in posizione eretta, coda lunga (1/3 del corpo) con macchia nera in punta.
Animale schivo, che ha paura dell’uomo, il ritorno del lupo e la sua espansione crea tensioni soprattutto per gli allevatori a cui è consigliato munirsi di cani e recintare i pascoli. Stesso consiglio per chi vive a margine di ambienti più selvatici.
Véronique Angeletti