Banda Ultra Larga: 72 milioni per attrezzare le Marche
INTERNET VELOCE – “L’accordo Stato-Regioni relativo alla distribuzione delle risorse per il piano banda ultralarga per le zone cosiddette ‘a fallimento di mercato’ è un’ottima notizia per le Marche. La nostra regione porta a casa 72 milioni di euro per un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio“. Lo rende noto il presidente della Regione Luca Ceriscioli che ha partecipato a Roma alla conferenza dei presidenti.
“Un piano – spiegano Ceriscioli e l’assessore Cesetti che ha la delega all’Informatica – che contribuirà a colmare i divari esistenti tra i diversi territori della nostra regione, per le esigenze delle strutturazioni della rete soprattutto nelle cosiddette ‘aree bianche’, ovvero in quei territori poco attrattivi per gli operatori, creando così le condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili. Nell’individuazione delle priorità la regione privilegerà la copertura delle aree interne, troppo spesso prive di queste infrastrutture. Quando parliamo di connettività ovviamente parliamo di sviluppo, lavoro, imprese e occupazione, con capacità di offrire servizi alle aziende e di porre le basi per lo sviluppo dell’industria 4.0“. Fonte: Ufficio Stampa Giunta – Serena Paolini
Le Marche dunque si portano a casa 72 milioni. Un passo importante poiché è la prima volta non solo che tutte le Regioni condividono un piano nazionale, i suoi obiettivi e la decisione di una rete pubblica in tutte le aree bianche, ma sono d’accordo sull’utilizzo congiunto delle risorse regionali e nazionali e sul criterio di ripartizione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione sulla base dei diversi fabbisogni territoriali. Leggere qui l’Accordo Stato-Regioni del 11 febbraio 2016
Insomma è una fetta di quei 6 miliardi previsti dal governo per massimizzare la copertura a 100 Mbps fino all’85% della popolazione e garantire a tutti i cittadini almeno 30 Mbps perché “Il nostro Paese parte da una situazione molto svantaggiata con un ritardo di almeno 3 anni. Secondo i piani industriali degli operatori privati, infatti, soltanto nel 2016 si arriverà al 60% della popolazione coperta dal servizio a 30 Mbps, senza impegni oltre quella data. Inoltre, nessuno degli operatori ha alcun piano ufficiale per avviare un’opera di copertura estensiva a 100 Mbps, né entro il 2016 né oltre“. Strategia italiana per la banda larga
Obiettivo: dare forza all’economia e contribuire al benessere delle comunità. Ossia vantaggi di competitività e di produttività alle nostre aziende; dare un contributo decisivo al benessere delle comunità. Internet dà accesso a servizi di intrattenimento ma aiuta anche a migliorare le relazioni con le amministrazioni pubbliche e ad accedere a servizi socio-sanitari, ad esempio di telemedicina – che compensano i disagi di chi vive nelle aree marginali. Ovviamente questo si realizza solo se non vengono tagliati i servizi essenziali perché nessuna banda larga può compensare i servizi fondamentali come i recenti problemi della riorganizzazione sanitaria regionale hanno evidenziato.
La banda larga è strategica per la crescita economica, per l’occupazione ed in tutti i settori. Ad esempio nell’economia del tempo libero e del turismo potenzia l’appeal dei territori. Si traduce in applicazioni per la sentieristica, dà informazioni in tempo reale sui monumenti, sulla storia dei paesaggi. Il governo calcola che l’estensione della banda ultra larga a tutta l’Italia porterà un aumento del Prodotto interno lordo (Pil) pari a 2 miliardi di euro all’anno.
Ma che cosa sono la Banda Larga e la Banda Ultra Larga? Detto in parole banali è l’Internet veloce. Ovvero il trasferimento di un’enorme quantità di dati simultaneamente lungo lo stesso cavo o mezzo radio, ad una altissima velocità che consente di inviare qualsiasi tipo di informazioni, anche molto voluminose. In Italia, la definizione che si usa è quella di Infratel, la società nata su iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e di Invitalia, per cui banda larga è qualsiasi connessione ad Internet (wireless o di rete fissa) fra i 2 e i 20 Mbps in download. Mentre si considerano banda Ultra Larga tutte quelle connessioni che permettono di scaricare a 30 Mbps o più. Tale banda viaggia sul doppino telefonico in rame ma di solito su fibra ottica che sono piccoli cavi in fibra vetrosa che permettono la propagazione di segnali ottici, tecnologia di trasmissione dati. Tale fibra oltre ad essere più resistente del rame consente ai dati di viaggiare ad una grande velocità di trasmissione, però ha costi di installazione e di cablaggio importanti. Nella banda larga rientra anche quella dei sistemi mobili di telecomunicazioni (es. cellulari e smartphone) di terza generazione (3G) con accesso alla rete Internet. Poi c’è Next Generation Network, una rete basata sulla cosiddetta commutazione a pacchetto, che consente la banda ultralarga.
Dunque è assodato. Diamo il benvenuto alla banda ultra larga, fiduciosi però che presto potremo scrivere di scavi, cablaggi ed istallazioni e di effetti moltiplicatori sulla nostra economia.
Véronique Angeletti@riproduzione riservata
Per approfondire…
Per misurare il digital divide ossia il nostro saldo negativo dal punto di vista Internet con gli altri paesi, ci pensa la commissione europea. Misura il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso in modo parziale o totale. Questo diagramma consente di vedere l’Italia ( la quarta colonnina partendo dalla destra) posizionata in merito alla connettività, il capitale umano, l’uso di Internet, l’integrazione delle tecnologie e i servizi digitali nei confronti degli altri paesi. La media europei è la colonna con i colori più vivaci.