25/11 Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Una data, un ricordo, un monito…perchè il 25 novembre, la data scelta nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come quella della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non è una data casuale. Venne scelta questa giornata, con la risoluzione 54/134 dell’Onu, invitando governi, organizzazioni e media a sensibilizzare la società sulla violenza di genere, poiché è la data in cui morirono le tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominicana per il loro impegno politico contro l’allora dittatore Rafael Leonidas Trujillo.
Secondo uno studio di WHO 2013 (World Health Statistics), il 35% delle donne ha subito violenza fisica e/o sessuale e dato ancora più allarmante, il 70% delle donne ha subito violenza fisica e/o sessuale dal proprio partner. Di recente è stata istituita UN Women (United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women), l’agenzia ONU dalla parte delle donne e contro la violenza di genere la quale ha affermato che, sebbene ci siano stati notevoli progressi nelle politiche nazionali volte a ridurre la violenza sulle donne, molto rimane ancora da fare. Più di cento paesi sono infatti privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica e più del 70% delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini.
Basta leggere i giornali e accendere la tv per capire che quello della violenza contro le donne è un problema purtroppo sempre più diffuso. Molte le cause, troppi gli effetti per poter essere trattati in un breve articolo come questo. Intanto, limitiamoci ad uno degli aspetti che sicuramente incide in maniera profonda.
Nel 2011, l’Associazione Sassoferratesi nel Mondo, sotto la presidenza della dott.ssa Mara Silvestrini, organizzò un incontro dibattito sulla figura della donna nella realtà moderna. In quell’occasione venne proiettato, alla presenza degli studenti delle scuole medie e superiori, il video che qui vi riproponiamo, una versione ridotta del filmato “Il Corpo delle donne” a cura di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi, Cesare Cantù visibile integralmente sul sito www.ilcorpodelledonne.com (analizzato ancor meglio nel libro a cura della Zanardo “Il Corpo delle donne”). Guardarlo è scioccante perchè si comprende appieno come ci sia uno scarso livello di consapevolezza degli stereotipi sessisti, sempre più diffusi attarverso i media (tv, giornali, pubblicità) che vanno inesorabilmente a danneggiare profondamente l’autostima e la realizzazione delle donne. Viene trasmessa e comunicata l’idea che la donna sia una bambola, possibilmente una bella bambola, che non deve saper parlare, riflettere ma diventare solo un mero oggetto sessuale da manipolare a piacere. Guardare per credere.
E la domanda, che resterà senza risposta, è: perchè permettiamo che avvenga ciò? Perchè sicuramente questa falsa immagine della donna, incide profondamente
Fortunatamente, qualcosa inizia a cambiare. Alcune agenzie pubblicitarie stanno ritrattando l’immagine della donna “bambola gonfiabile” in favore di un’immagine in cui le donne possano apparire con il proprio volto imperfetto, con le proprie curve naturali e con i propri difetti. Tra tutti mi sono sembrati significativi due spot, riproposti qui di seguito, basati su slogan significativi “Sei più bella di quello che pensi. C’è una grande differenza tra come ti vedi e come ti vedono gli altri” e “Tutti sembrano voler dire alle donne come dovrebbero essere. Ma cosa succederebbe se le donne li ascoltassero davvero?“.
Pamela Damiani@riproduzione riservata