DIAGNOSI PRENATALE, APPROVATE LE LINEE DI INDIRIZZO
|Ancona – La giunta ha approvato le linee di indirizzo per l’organizzazione della diagnosi prenatale, che hanno l’obiettivo di offrire un servizio adeguato riducendo contestualmente la mobilità passiva verso altre regioni e configurando un polo di attrazione per le limitrofe.
L’accesso alla diagnosi prenatale, si legge nel documento, è tanto più necessario quanto più se ne diffonde tra le gestanti la domanda, spesso connessa al timore di patologie fetali, e l’avanzare dell’età delle stesse.
Elaborate da un gruppo di lavoro del Comitato Percorso Nascita, costituito e coordinato dall’Agenzia Regionale Sanitaria, le linee di indirizzo predisposte a seguito di numerosi incontri, prevedono di ottimizzare il percorso diagnostico prenatale.
Vengono ridefiniti gli standard assistenziali suddividendo il percorso in tre livelli assistenziali garantendo gli standard di appropriatezza:
- il I° livello diffuso su tutti i punti nascita per la diagnosi prenatale ecografica per tutte le donne nel corso della gravidanza allo scopo di verificare lo stato di salute del nascituro;
- il II° livello, programmato su tre centri regionali, dove l’accesso è riservato ad un approfondimento diagnostico dei casi dubbi verificati al I° livello.
- Ed infine il III° livello, con un’unica sede regionale presso AOU riuniti di Ancona, per la presa in carico delle situazioni più complesse garantendo un approccio multidisciplinare e fornendo tutte le risposte necessarie a definire la situazione clinica (es. esami genetici).
Il risultato atteso è quello di decongestionare il centro di terzo livello di Ancona da tutto quello che è possibile fare in periferia e, al contempo, migliorare l’offerta diagnostica alle gestanti potenzialmente a rischio, attivando compiutamente due centri di secondo livello, così da aumentare l’offerta con maggiore equità nella distribuzione territoriale e conseguente riduzione della mobilità passiva. Infine si perfezionerà una rete regionale virtuosa capace di determinare una maggiore uniformità delle prestazioni e l’aumento dell’appropriatezza delle stesse.
La riorganizzazione che si avvia oltre a migliorare l’accesso non prevede costi aggiuntivi, in quanto si tratta di una riorganizzazione interna alle aziende, e non si ripercuote in alcun modo sulle tariffe degli esami.
Comunicato stampa Regione Marche – Serena Paolini