Il tartufo bianco pilastro del futuro di Pergola?

1980168_10207925060235222_2840732773143998145_oPergola – Tra l’Amministrazione Comunale di Pergola e l’opposizione Pergola Unita, c’è guerra. Guerra sul conto economico stampato su manifesti dal Comune dove emerge un saldo positivo  mentre per la minoranza, c’è una perdita. La Giunta parla di dati provvisori mentre la minoranza di stima.

In ogni caso, questo valzer di dati definitivi o provvisori, al netto o al lordo dell’Iva, che include o non le spese di personale e gli ammortamenti delle strutture, e si traduce in conti economici agli antipodi (tra un saldo positivo di 11.528,17 euro e un saldo negativo di 20.281,45 corrono quasi 30.000 euro) si apre una serie di riflessioni che offrono spazi per valutare i risultati finora ottenuti e soprattutto discutere delle prospettive che l’evento potrebbe avere in serbo per il futuro del paese.

Un primo passaggio è riservato alla conta delle ricadute dirette che la Fiera ha generato nelle attività del ricettivo, della ristorazione, delle visite ai musei, del giro d’affari dei negozianti… ma è solo un conteggio che più di tanto non fa progredire mentre  fondamentale diventa interrogarsi sui compiti che i cittadini affidano a questa importante manifestazione.

Per esempio, il fatto che per molti, la fiera ha la semplice mission di consolidare la presenza di Pergola nell’agenda goloso d’autunno e deve presentarsi come manifestazione della  tradizione di un territorio. E il  fatto che la fiera vanta quest’anno la sua ventesima edizione, basta ed avanza per soddisfare questo primo compito.

12277041_10207925032434527_1141405446_nPoi, c’è il ruolo che la cittadinanza vuole affidare alla Fiera nel comunicare i suoi luoghi attraverso il prodotto tartufo bianco. Il fatto di voler fare combaciare con questo meraviglioso prodotto un immagine forte del paese. Altra mission già compiuta. Il binomio tartufo/cultura  voluto dall’ Amministrazione comunale è stato raggiunto associando  l’oro del splendido gruppo equestre – pezzo più unico che raro -, con il lato  prezioso del  profumato tubero. Il che ha avuto come risultato di connotare Pergola di una precisa identità, quella culturale, che distingue e differenzia la piccola città come tappa della futura strada del tartufo che dovrebbe svilupparsi in tutto l’entroterra pesarese in collaborazione con Sant’Angelo in Vado, Apecchio ed Acqualagna ma non solo.

Il Climax cultura inoltre è stato pienamente raggiunto con l’idea della Piazza del Gusto dove una cucina stellata incentrata sulle Marche, le sue eccellenze e i suoi vini, ha calamitato  l’occhio critico della stampa enogastronomica e ottenuto anche il suo avallo. Merito anche del lavoro del trio Alfredo Antonaros,  Flavio Cerioni della Lanterna e Massimo Biaggiali del ristorante Il Giardino.

A questo punto la Fiera ha dato il suo decisivo contributo all’ immagine e lascia lo spazio al mix di azioni da improntare prettamente sul territorio al fine di coinvolgere i cittadini, stimolare la nascita di nuove idee, di nuove attività, Insomma far crescere l’occupazione proprio per merito del tartufo.

Santi GianfrancoRagione per cui la Confederazione Italiana dell’Agricoltura (nella foto il direttore della Cia Marche Gianfranco Santi) ha dedicato il convegno Prefiera del 1 ottobre ai finanziamenti riservati dal futuro Piano di Sviluppo Rurale alla coltivazione del tartufo.  Per gettare  le basi di una nuova agricoltura, dare un altro reddito al territorio. E sta lavorando per ottenere un iva da prodotto agricolo al tubero discriminato finora dal nostro governo per colpa delle sue alti quotazioni nonostante i vari ammonimenti della commissione europea. Mentre il problema per la Francia, la Romania ed altre terre dove il tartufo nasce non esiste.

Poi, c’è da lavorare sulla filiera. Nel caso di Pergola, quasi inesistente, salvo il Centro raccolta tartufi di proprietà della famiglia  Isidori, importante punto di riferimento del tartufo pesarese e anche anconetano. Un’operazione perfettamente riuscita nella vicina  Acqualagna che, è vero gode di un prodotto tartufo bianco riconosciuto da Reggio decreto dal 1931, ha una fiera che ha varcato le cinquanta edizioni ma sopratutto conta diverse aziende di trasformazione e commercializzazione, tra cui una che vanta il primato assoluto dell’occupazione nel comune, e genera reddito diretto ed indiretto per una ottantina di famiglie. Dati che non tengono conto dei centinaia di cavatori che perlustrano i territori.

E la guerra dei dati sulla fiera di apparire come una  battaglia, importante, ma solo di numeri. Sulla sostanza, la vera economia legata al tartufo bianco, Pergola inizia da poco a parlarne.

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

*Consulente in strategia marketing territoriale dei Gal Montefeltro, Piceno, Flaminia Cesano e delle Cm Catria-Cesano, Cm Metauro e della città di Fano